Autori
Bruno Conte
- Esordisce a metà degli anni Cinquanta con una ricerca analitica che assumerà un seguito un carattere materico e surreale. Tra il 1959 e il 1962 comincia a inserire nelle sue opere testi poetici e inizia un’attività letteraria che corre parallela con quella visiva. Negli anni Sessanta le sue opere diventano quasi monocrome e assumono una consistenza materica grazie agli impasti gessosi e ai supporti lignei che cominciano a prevalere sugli aspetti puramente pittorici. Una scelta, quella del legno, che «rivela senza sotterfugi la qualità del lavoro» (Filiberto Menna) nella quale cominciano ad apparire prime geometriche scavate nella superficie . Artur Schwarz colleziona le sue opere e lo presenta nel 1973 alla Fiera di Basilea; in questi anni la dimensione “artigianale” s’interconnetta con quella concettuale e le opere diventano complessi e paradossali meccanismi linguistici. Nel 1982 incontra Fausto Melotti con il quale organizza la mostra Equilibrio presso la Galleria Il Segno a Roma. Vasta la sua produzione di libri lignei fatti di una “scrittura vegetale” e di sofisticati meccanismi organici, nei quali, in assenza di segni alfabetici, si struttura una sintesi perfetta tra i singoli elementi. Nella produzione più recente, quella dei Paginari, ricompare la pittura e le pagine riconquistano lo spazio della parete. Tra le partecipazioni: Autoritratti ‘900, Galleria degli Uffizi, Firenze 1983; 42° Biennale di Venezia, 1986; The artists and the book, MoMA, New York, 1992; Lavori in corso, Macro, Roma, 1999; XIV Quadriennale di Roma e Expo di Aichi, Giappone 2005; Il libro come opera d’Arte, Galleria d’Arte Moderna, Roma, 2006; Ipotesi di profondità, Biblioteca Valliélican, Roma, 2009. Numerose le mostre personali: New Vision, Londra, 1965; Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1987; Palazzo Ducale di Urbino, 1992; Galleria Kaze, Osaka, 2000; Gallerie Satellite, Parigi, 2001; Museo di Matera 2007; Galleria Ricerca d’Arte, Roma 2008. Vive e lavora a Roma.
Bruno Conte
- Esordisce a metà degli anni Cinquanta con una ricerca analitica che assumerà un seguito un carattere materico e surreale. Tra il 1959 e il 1962 comincia a inserire nelle sue opere testi poetici e inizia un’attività letteraria che corre parallela con quella visiva. Negli anni Sessanta le sue opere diventano quasi monocrome e assumono una consistenza materica grazie agli impasti gessosi e ai supporti lignei che cominciano a prevalere sugli aspetti puramente pittorici. Una scelta, quella del legno, che «rivela senza sotterfugi la qualità del lavoro» (Filiberto Menna) nella quale cominciano ad apparire prime geometriche scavate nella superficie . Artur Schwarz colleziona le sue opere e lo presenta nel 1973 alla Fiera di Basilea; in questi anni la dimensione “artigianale” s’interconnetta con quella concettuale e le opere diventano complessi e paradossali meccanismi linguistici. Nel 1982 incontra Fausto Melotti con il quale organizza la mostra Equilibrio presso la Galleria Il Segno a Roma. Vasta la sua produzione di libri lignei fatti di una “scrittura vegetale” e di sofisticati meccanismi organici, nei quali, in assenza di segni alfabetici, si struttura una sintesi perfetta tra i singoli elementi. Nella produzione più recente, quella dei Paginari, ricompare la pittura e le pagine riconquistano lo spazio della parete. Tra le partecipazioni: Autoritratti ‘900, Galleria degli Uffizi, Firenze 1983; 42° Biennale di Venezia, 1986; The artists and the book, MoMA, New York, 1992; Lavori in corso, Macro, Roma, 1999; XIV Quadriennale di Roma e Expo di Aichi, Giappone 2005; Il libro come opera d’Arte, Galleria d’Arte Moderna, Roma, 2006; Ipotesi di profondità, Biblioteca Valliélican, Roma, 2009. Numerose le mostre personali: New Vision, Londra, 1965; Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1987; Palazzo Ducale di Urbino, 1992; Galleria Kaze, Osaka, 2000; Gallerie Satellite, Parigi, 2001; Museo di Matera 2007; Galleria Ricerca d’Arte, Roma 2008. Vive e lavora a Roma.